[Manga]Frieren. Oltre la fine del viaggio. Il racconto fantasy della quotidianità.

Qualche anno fa quando mi sono riavvicinato al mondo dei manga. Ho cercato da perfetto inesperto del genere e in maniera penso maldestra, opere che in qualche modo avessero uno stile e un linguaggio che potremmo definire “alla Ghibli” perché più vicine alla mia confort zone. Cercavo favole dal linguaggio universale e che fossero prive di tutti gli elementi che avevano reso famose storie come Dragon Ball e One Piece perché per quanto famosi e riconosciuti dal pubblico non rappresentavano il viatico che volevo.  

Tra i primi volumi che avevano attirato il mio interesse avevo trovato la storia appassionante di due bimbi lupi (ve ne ho scritto qua) e un’altra che raccontava la drammatica vicenda di un cane e del suo padrone (dovrei proprio scriverci un pensiero a riguardo). Successivamente sono stato attirato dalle recensioni positive dedicate un nuovo manga fantasy atipico in uscita proprio in quel periodo e ho pensato che fosse una buona occasione per essere per una volta in linea con le uscite. Quindi mi sono lanciato e mi sono anche comprato la variant del numero uno perché non si sa mai. 

Se fossi un elfo quasi immortale come mi rapporterei con questa risorsa chiamata tempo?

Se io fossi un elfo quasi immortale come mi rapporterei con questa risorsa chiamata tempo? Cento anni per un essere umano sono una vita intera, per un essere che vive per millenni non sono che è una piccola parte magari irrisoria e priva di significato. Come mi comporterei dopo aver scoperto di non essermi goduto il percorso che mi ha portato ad essere il più grande e potente eroe del mondo? 

Frieren Oltre La Fine Del Viaggio  (葬送のフリーレン Sōsō no Furīren?) è un manga shōnen (Quindi indirizzato ad un pubblico adolescente), vincitore del premio Manga Taishō, scritto da Kanehito Yamada e disegnato da Tsukasa Abe, che racconta proprio questo. è la storia dal punto di vista di un Elfa che insieme all’eroe Himmer aveva sconfitto il grande demone che cercava di conquistare il mondo e che ora a distanza di qualche decennio viaggia ripercorrendo i sentieri che aveva solcato durante l’epoca delle grandi battaglie. 

Non si tratta della solita opera fantasy che si ispira a colonne del genere come il Signore Degli Anelli e che ripropone attraverso lo schema alla Dragon Ball fatto di situazioni ogni volta sempre più complicate ma un storia che racconta principalmente della quotidianità perché il protagonista ha già raggiunto l’apice del suo potere e il nemico è stato vinto. 

Il fantasy che racconta di quotidianità

Ho trovato il primo Takobon commovente, il tempo che passa è chiaramente un tema che mi tocca profondamente, la vicenda è stata così emozionante che mi ha convinto a proseguire per completare l’opera. Ho già tutti i numeri usciti fino a questo momento presi rigorosamente presso il mio fumettaio preferito (L’olimpo del Fumetto a Roma) tuttavia nessun altro capitolo della storia ha saputo soddisfarmi come i primi. I personaggi sono così stereotipati e prevedibili e, purtroppo, mi hanno annoiato molto presto, certo alcuni posso piacere o ispirare simpatia ma nulla che presenti archetipi diversi oltre ai modelli che dungeon’s and dragons ci ha insegnato a conoscere e che un opera come Lodoss War ormai con tutti i suoi anni sulle spalle ci ha mostrato anche in salsa manga. 

Anche le tavole sono così “normali” prive di quella spettacolarizzazione che forse ogni tanto certi conflitti avrebbero meritato, Frieren è talmente forte che è sufficiente una scena per chiudere l’alterco. Ammetto che potrei essere frainteso perché non mi aspettavo pose plastiche degne di altre situazioni con esplosioni cosmiche e fan service ammiccante che va così di moda oggi ma quello di cui sento la mancanza almeno visivamente è un dose di dinamismo che alle volte non avrebbe guastato. 

Eppure, i numeri e i commenti che ho trovato in rete sono significativi del successo che questo manga sta riscuotendo. Frieren è uscito su una rivista giapponese le cui vendite sono tutt’oggi trainate da Detective Conan, la Weekly Shonen Sunday. Nel periodo di prima pubblicazione le vendite dei takebon sono state importanti. L’editore ha ufficializzato circa 500000 per il primo volume e 180000 al terzo. A marzo 2021 è stato comunicato che Frieren ha venduto in totale più di due milioni di copie che in mercato saturo e complesso come quello giapponese non sono cifre da sottovalutare. 

Tuttavia vi devo confessare che salvo che il proseguo della storia di Frieren mi smentica e mi stupisca non credo che ricorderò Frieren come il mio manga preferito. Ho sperato che fosse un po’ più interessante ma ammetto che la mia capacità di valutare un manga non è ancora tarata al meglio. Sono impreparato ma in fondo è un limite accettabile visto che di mestiere non faccio il critico sempre che una vera critica oggigiorno esista. Credo alla fine che Frieren rimarrà un tassello alle volte piacevole alle volte no del mio percorso di riformazione verso una forma di intrattenimento letterario, il manga, che in questo momento storico ha annichilito in termini di offerta, qualità e vendite tanti alti generi come il comics americano che anch’io da qualche mese ho quasi definitivamente abbandonato salvo recuperare volumi specifici.  

Notizie varie: 

  • Mi sono appassionato alle newsletter (infatti questa aggiunta dei link l’ho presa proprio da li) qui ve ne suggerisco due che mi piacciono molto nei prossimi post ve ne indicherò altre: 
  • Dieci estensioni per Chrome per integrarlo con chatGPT (Link) 
  • Annunciato un Direct Dedicato alle prossime uscite di D&D (Link
  • Lo spreco dell’acqua in Italia è una vergogna di del 50% si perde a causa della rete scandalosa di distribuzione. Si potrebbe guardare al modello Israele per l’acqua tra avanguardia e problemi con i palestinesi (Link

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7 commenti

  1. Frieren è uno dei fumetti che aspetto e lo sto adorando, nonostante i difetti che ha: il problema fondamentale sono i disegni, i personaggi sono spesso troppo rigidi e quando camminano da una vignetta all’altra, spesso sono immobili, piedi uniti e braccia distese.
    Immagino che sia un artista – non so se uomo o donna o schwa – ancora principiante.
    Allo stesso tempo, la relativamente acerba capacità di chi disegna rende le scene comiche ancora più comiche: la dissonanza tra espressioni del viso e reazioni mi ha fatto ridacchiare più di una volta. E in generale c’è una buona ironia,, non è tutto malinconia.

    Detto ciò, il disegno comunque non è cattivo, i personaggi sono abbastanza differenziati e non solo per i vestiti, ma trovo che a essere interessanti siano la storia generale e le caratterizzazioni: Frieren è un’elfa millenaria, ha una forma umana ma non è umana, è fredda e scarsamente emotiva proprio come i demoni (che in più sono pure crudeli per natura e non perché è divertente essere cattivi, razionalità unita a una forma mentis davvero aliena) ma qualcosa le fa scattare la necessità di capire meglio gli esseri umani e allinearsi alla specie della maggior parte dei suoi vecchi compagni di avventura.
    Come se cercasse di diventare più umana per imitazione, quasi un robot che si finga umano.
    Diciamo che prima o poi mi aspetto che sia reso più chiaro il motivo per cui lo fa, al momento non sembra consapevole lei stessa e non si pone il problema, mentre cerca di raggiungere la sua nuova meta.

    Riguardo al prosieguo, mi sono fatto spoiler che non ti farò: è una storia che ha il potenziale per provocare una risposta più emotiva nella protagonista, spero che non venga sprecata l’occasione per dare una bella botta alla sua evoluzione psicologica.

    Riguardo alla potenza eccessiva dell’elda, direi che sta nel fatto che lo scopo della storia non è farle macellare mostri e demoni (anche se comunque lo fa senza troppi patemi) e che il combattimento non è parte dell’equazione della sua crescita, non le servono punti esperienza: sebbene ogni tanto pure lei trovi difficoltà da superare e corra dei rischi, il classico elemento fantasy dei calci in culo gdr non è il fulcro della storia, sebbene si prenda molto spazio qua e là, ma è lo sfondo per vedere l’evoluzione di Frieren, il modo in cui decide di elaborare il rapporto coi vecchi compagni di viaggio, veri agenti del suo cambiamento (per lo più via retrolampo/flashback) mentre gira con i nuovi.
    Il rischio, come con tutte le serie di successo, è che la storia venga dilatata oltre misura – già la saga di El Dorado mi sembra un po’ troppo lunga e poco densa, ma vediamo che ne viene fuori.

    (En passant, potresti trovare interessante un metroidvania su Lodoss, Deedlit in Wonder Labyrinth: non troppo difficile, ma qualche sfida la offre, è sostanzialmente un Symphony of the Night con alcune trovate abbastanza nuove, dal basso della mia ignoranza.
    E una svolta finale interessante, ma subodorabile con un certo grado di anticipo, grazie a indizi sparsi in giro.
    Se non ti fa schifo a priori una grafica di 25 anni fa in un gioco recente.
    Te l’ho suggerito perché hai citato Lodoss? Te l’ho suggerito perché ha qualcosa in comune con Frieren? Chi lo sa!
    Vedi se ti va di provarlo, è uscito per quasi qualsiasi macchina e si trova spesso sul gamepass, per chi è abbonato.
    Nel caso, puoi tenere un calendario vicino per cercare l’ispirazione nei nomi dei santi, durante un paio di scontri boss 😛 )

    Scusa per il papiro e buona giornata!
    E i miei omaggi alla famiglia 😉

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    • per prima cosa, grazie i papiri sono sempre ben graditi. Tu a che punto sei arrivato a leggere? Perché almeno fino al settimo takobon (li ho fino al 9, dovrebbero essere tutti quelli usciti fin’ora) io quello di cui parli non ho saputo cogliere. Magari è colpa mia. Sono d’accordo ed il motivo per cui non ho mollato è proprio che mi aspetto che accada quel qualcosa che metta in moto l’empatia e l’emotività di Frieren. Immagino quindi mi debba dar una mossa a leggere i due volumi che mi mancano. Io sono un grande fan di Lodoss War, ho i vecchi albi e una gran voglia di rileggerli dovrei farlo. Deedlit l’ho giocato per qualche ora con il gamepass e mi è piaciuto. Ho serie intenzioni di comprarmi l’edizione fisica su Switch perché il piccolo schermo è per me il luogo ideale per questa tipologia di giochi.

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      • Io li ho letti tutti, quelli usciti (a leggere i fumetti sono sempre stato rapido, motivo per cui, in passato, mi concedevo molte riletture nei giorni successivi, mentre oggi le riletture vengono dopo un bel po’, e manco per tutto).

        In generale, puoi notare che Frieren dice o fa qualcosa con in mezzo un flashback. Per esempio, accetta in pagamento per i favori che fa dei grimori che, spesso, contengono magie anche sciocche, tipo la magia per lucidare le statue di bronzo o quella per cambiare colori alle mele.
        E lo fa perché l’amico eroe accettava ricompense anche di poco conto, per cose che avrebbe fatto comunque, per non far sentire in debito chi riceveva il favore.
        Lei tende spesso a imitare l’eroe nella speranza di capire qualcosa di lui e degli altri esseri umani, e qua e là sembra anche intuire qualcosa, a volte dice una frase che suggerisce al lettore che lei abbia trovato un altro pezzo del suo puzzle.

        Se vogliamo, è un altro difetto della storia, perché porta a situazioni ripetitive che rendono questi frammenti di consapevolezza una routine e la ripetizione fa annacquare i manga più longevi, rendendoli meno densi.
        Il punto è vedere quanto durerà Frieren.
        E chiariamoci, posso capire che possa non farti saltare dalla gioia, d’altro canto il tono del fumetto cambia molto dal primo volume, perde malinconia per aumentare l’azione e l’ironia (e questo tipo di slittamento di genere narrativo può dare problemi) oltre ad approfondire un po’ il sistema magico, che non si limita alla questione “spendi mana” (che c’è ed è in sé banale, ma viene arricchito dal rapporto tra magia e immaginazione) per non parlare del fatto che oltre alla magia dei mortali, ci sono quella dei demoni e quella della dea, che viene definita su basi diverse ma che ancora non ci hanno spiegato.
        Più gli spiegoncini sulla politica di quella zona.

        Riguardo alla saga che potrebbe provocare maggiore risposta emotiva, se gestita bene, non è ancora uscita in italiano: senza spoiler, Frieren finisce in una situazione strana e non può non avere conseguenze, a meno di scrittura sciatta.
        Io incrocio le dita.
        Come fumetto mi piace, ma non è esente da difetti sparsi e non se la può giocare sullo stesso terreno di storie d’azione popolari, perché ha premesse diverse e anche limiti “registici” di chi disegna.

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  2. Nella mia età dell’oro dei fumetti in cui ho leggevo Tex, Zagor, Mister No, Akim, Il Comandante Mark i manga giapponesi non erano ancora distribuiti. Con il passare degli anni, quando ero rimasto legato a due colonne sempre di Bonelli, Nathan Never e Martin Mystere, i manga giapponesi sono apparsi sul mercato ma, per quanto amo la cultura giapponese, non sono mai riuscito ad appassionarmi. Rimane comunque la curiosità e leggervi è stato interessante. Ricordo che ho scoperto Lodoss of War grazie a un videogioco per Dreamcast, che fino alla distribuzione di quello recente che avete citato, era l’unico pubblicato al di fuori del Giappone. Un discreto “action RPG” che probabilmente voleva essere il Diablo giapponese, ma alla fine dei conti non è che brillasse né per tecnica (la Dreamcast poteva fare decisamente di molto meglio) né per storia (e con la saga di manga alle spalle ci si poteva attendere molto di meglio).Il recente Lodoss of War per Switch è apprezzabile, conoscendo la tua passione per il “Castlevania da ricchi” (continuo a vedere prezzi assurdi per questo gioco PS1).

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    • Record of Lodoss War, già come romanzi da cui poi sono derivati fumetti, serie animate e videogiochi, sconta sempre il suo peccato originale: nasce come romanzatura di una campagna giocata ad Advanced Dungeons & Dragons!
      Per questo motivo, si porta dietro eventi che è facile immaginare nel loro probabile svolgimento al tavolo di gioco, dove possono stare bene (le situazioni più banali possono diventare divertenti, nel gioco di ruolo, perché le “vivi tu”) ma quando le trasformi in storie più “passive”, come libri e fumetti, hanno il fiato un po’ corto.

      Lodoss, si porta dietro un alone di fascino dovuto soprattutto al character design della serie (poco) animata, che aveva anche una bella colonna sonora e un’ambientazione con un certo fascino, ma la storia era a dir poco banale.
      Potrebbe essere più interessante nelle ultime fasi: il metroidvania uscito negli ultimi anni è legato ai nuovi romanzi che stanno pubblicando in Giappone e se anche la storia del videogioco è poco densa, va detto che la svolta di trama che offre è buona, più profonda di quanto Lodoss si sia mai potuto permettere, senza essere nulla di stravagante.
      E comunque è in linea di continuità con lo sfondo di ciò che Lodoss è sempre stato, perché anche se in modo maldestro, l’amore romantico se lo è sempre concesso.

      Restando su Lodoss, potrei consigliare il miglior fumetto della serie, The Lady of Pharis: la storia è abbastanza standard, con l’immaginario da GDR e tutto, ma ha dei momenti epici e soprattutto un disegno molto molto bello. Fu pubblicato a metà dalla Dynamic più di venti anni fa e poi, completo e in due volumi, dalla JPOP, 10/12 anni fa.

      In generale, ritengo che Frieren, il manga di cui parla il padrone della webbettola, sia diversi gradini sopra, ma Lodoss è avvantaggiato dall’alone del cult 🙂

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  3. Hola Johnny! Ho il vago ricordo che, quando ne ho parlato dalle mie parti, ti fossi incuriosito su Aria, il fumetto giapponese sulla ragazza che vuole fare la gondoliera su Marte.
    Ho saputo che, di recente, la Star Comics ha annunciato una nuova edizione: dovrebbero essere sette volumi in tutto, perciò immagino che saranno sia più grossi che un po’ più cari, rispetto all’edizione che presi io anni fa, ma non conosco ancora i dettagli.
    Dovrebbe uscire nell’autunno del 2023, salvo sorprese.

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