Nelle ultime settimane ho fatto alcune azioni ricche di significato per me. Azioni che ho portato a termine in pochi minuti ma che mi sono costate moltissimo in termini di forza di volontà e tenacia. Ho aperto tutti i miei amiibo e li messi in bella vista, ho buttato le scatole Lego che accumulavo in cantina, ho gettato via il mio primo casco integrale da motociclista, casco ormai rotto e le cui imbottiture erano ammuffite. Infine, ho messo nelle librerie in salone i fumetti di Star Wars, i quali mi piacciono ancora molto e che mi ricordano quali siano i fumetti che davvero mi apprezzo ma che erano “sistemati” e nascosti in un angolo a prendere polvere nel corridoio.
Finalmente ho capito dove sbagliavo. Finalmente ho capito perché non mi sentivo contento delle mie “collezioni”. Ho compreso perché provavo un senso tossico di invidia nei confronti di tante persone. Un sentimento che mi ha portato a comprare per emulazione sempre di più, accumulando e riempiendo in maniera disordinata lo spazio in casa e in cantina che via via si è esaurito in entrambi i luoghi.
Ho tra le mani la soluzione ad un problema con il quale ho lottato per diversi anni il cui nome (quasi) clinico è accumulatore seriale. Ho gettato l’anello nel monte fato. Ho battuto il Gollum. Posso tornare alla contea, a Hobbitville per sedermi sulla mia poltrona a fumare le “foglie del vecchio Tobia1“.
La scintilla per fare queste azioni di risposta al mio disagio e alla mia sofferenza è scattata sempre durante la lettura del libro “Il Pensiero Giapponese” di cui vi ho parlato proprio qualche settimana fa (qui il post se vi garba). Mi sono introdotto al tema del decluttering con lo scopo di mettere in evidenza ciò che mi rende felice, di tenere in ordine tutte le mie cose sia quelle “collezionistiche” che quelle utili e trovare il coraggio per buttare e/o separarmi dagli oggetti che non mi piacciono più o che non ricomprerei.
Sono inevitabilmente incappato anche nel metodo Konmari ideato da Marie Kondo che almeno per quanto riguarda il riordino di tanti aspetti della casa è stato molto utile. Specie nei suggerimenti per riorganizzare i cassetti e gli armadi con tanti consigli di design ho trovato parecchi consigli interessanti. Certo, il concetto è semplice: “Tieni ciò che ti rende felice” ma su alcune cose posso tranquillamente affermare quanto Konmari sia estremo nell’applicazione alla lettera delle sue principi. Fortunatamente non è una religione e il buon senso può essere tranquillamente lo strumento da usare per scegliere cosa applicare e cosa no. Pensate, giusto per rappresentarvi la sua ferocia, che il metodo Konmari porterebbe ad avere in casa solo una ventina di libri.
Tuttavia, se vogliamo essere sinceri non sarebbe così poi sbagliato possedere poche cose. Sono il nostro sistema consumistico e la nostra indole che ci porta ad affezionarci alle cose a “convincerci” che sia giusto conservare ed accumulare. In un modo dove l’equità e il benessere psicofisico fossero più al centro della nostra società e della nostra vita forse ci comporteremo diversamente. Nondimeno, avere sempre in bella vista i dieci o quindici libri della vita, sono convinto che possa dare una bella spinta positiva al modo in cui vediamo le nostre case, senza avere la necessità di dare alle fiamme i libri che magari ci interessano meno e che, siamo onesti, non rileggeremo più.
D’altronde dobbiamo fare pace ed essere gentili con noi stessi, dobbiamo, però, al contempo comprendere che qualsiasi sia la nostra collezione, qualunque sia il nostro hobby difficilmente avremo la fortuna e la capacità economica per completarla a meno di non renderla molto specifica e personale, aspetti sui quali vorrei che tutti ci fermassimo un attimo a riflettere. Ci sono momenti in cui mi chiedo, per farvi un esempio, ho centinaia di fumetti spillati di Batman e una parte di essi quelli scritti da Tom King sono stati la causa per la quale ho smesso di comprarli. Ha senso che io li tenga a casa? Ha senso che fumetti che non mi piacciono anzi, che mi stanno così antipatici da avermi fatto perdere il piacere di leggere le avventure di un personaggio facciano parte della mia collezione?
Ha senso conservare ciò che è finito in cantina? Quale felicità possono darmi questi oggetti? La “perversa” sicurezza di averli. Il mio tessssoro. Questa a casa mia è schiavitù, accidenti, si l’ho detto! Pensate che dopo il furto che ho subito diversi anni fa, durante le vacanze sono arrivato al punto di portarmi dietro i miei titoli più preziosi. Le mie cartucce Nes così come i miei Castlevania. Siamo onesti è da folli o sbaglio?
Solo perché siamo collezionisti di qualcosa non significa che dobbiamo collezionare tutto. Non c’è nessuna legge che dice che dobbiamo avere un set completo. Allo stesso modo, solo perché qualcosa fa parte della nostra collezione non significa che ci piaccia davvero. Non siamo meno fan se eliminiamo le cose che troviamo che siano schifezze.
Non mi aspetto che sia facile. Se siamo dei collezionisti, l’idea di sbarazzarci di qualsiasi cosa sembra ridicola, e più sei un fan di qualcosa, più sarai costretto a tenere tutto ciò che ha il logo sopra. È come se possedere le parti peggiori del franchise fosse un distintivo di merito per dimostrare quanto siamo dei grandi fan e quanto affetto abbiamo per qualunque cosa stiamo collezionando. Ma questo non è affetto, è ossessione. Ciò che amiamo sono le parti che ci danno gioia, ed è quello che dobbiamo conservare. Tutto il resto occupa solo spazio.
Come la via vita così le mie mensole sono ancora un caotico cantiere aperto ma sto lavorando perché sistemando i libri e altri oggetti so che sto sistemando e facendo ordine anche nella mia vita. E di questo sono grato e sono certamente un passo più vicino alla mia felicità.
Anche la mia pagina eBay sarà giorno dopo giorno aggiornata con tutti gli oggetti per i quali ho deciso che fosse giunto il momento di separarmi. L’ho già espresso, non interesse ad avere un guadagno da quelle vendite lo scopo è un altro per cui fatevi sotto.
Ho diversi obiettivi, foglio rendere più belle le mie mensole, più bella la mia casa e quindi più bella la mia vita. So che ci riuscirò.
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1 Il Decumano Sud fu abitato fin dall’inizio dagli Hobbit, in quanto uno dei più fertili e produttivi della Contea ed è probabile che la fondazione di Pianilungone risalga addirittura al XVII secolo della Terza Era. La vera fortuna per il villaggio però cominciò nel 2670 TE, quando Tobaldo Soffiatromba, originario del paese, introdusse la coltivazione dell’Erba Pipa dopo un viaggio a Brea.
La fama dell’Erba Pipa coltivata a Pianilungone crebbe a tal punto che gli Hobbit della Contea considerano la “Foglia del Vecchio Tobia“, indubbiamente tra le migliori delle varie tipologie di erba pipa ed è indubbiamente la più costosa presente sul mercato. Prima della Guerra dell’Anello l’hobbit Lotho Sackville-Baggins, lontano cugino di Frodo, divenne il principale intermediario di Saruman nella Contea, procurando allo Stregone un sacco di erba pipa (di cui Saruman era un segreto estimatore), in cambio del denaro che utilizzò per aumentare la sua influenza sulle istituzioni della Contea.
Bello il confronto con l’anello che viene gettato nel Monte Fato: immagino la stessa epicità nel momento in cui ti disfavi delle varie collezioni 😉
Per fortuna non credo di avere problemi in questo senso o, meglio, non sono mai arrivato al punto da avere grossi problemi di accumulo. Non perché sia migliore di altri, quanto perché tendo a sentirmi a disagio quando troppe cose (soprattutto se inutili) mi mangiano lo spazio vitale o richiedono tempo per la pulizia e il mettere in ordine. Unica eccezione forse i libri, credo solamente perché finiscono in libreria e tendono a non ‘stare tra i piedi’ (ma sto già progettando un bel repulisti).
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In tutta onesta, nonostante la mia veneranda età che avrebbe dovuto aiutarmi, sono caduto nella trappola e ho cominciato ad accumulare perché quelli che vedevo sui social erano perfetti mentre io no. Spesso ho comprato “prima” un oggetto solo per potermi sentire sul pezzo e partecipare al discorso anche se in quel momento non ne avessi bisogno o il tempo per usarlo. Ho fatto fatica a rendermene conto e soprattutto non ho mai speso così tanto da mettere in difficoltà la mia famiglia. L’aspetto positivo è che ho capito e ora posso godere di più di quello che ho senza morire dietro alle ossessioni. Non penso si tratti di essere peggiori o migliori, io mi sono trovato debole in un momento dove magari mi serviva qualcosa per riempire del vuoto e avrei potuto fare ben di peggio rispetto al comprare fumetti, videogiochi e quant’altro. Non ne faccio una colpa, ne ora voglio giudicare chi invece è ancora dentro questo “meccanismo”. Ho piacere a condividere queste riflessioni forse torneranno utili per qualcuno che quanto capiterà qui sopra si sentirà nello stato d’animo giusto per coglierne il senso.
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Sì, ovviamente senza dare troppo peso a termini come ‘trappola’ o ‘colpa’ (perché credo ci siano persone che vivono tranquillamente e serenamente in questa situazione) trovo comunque molto interessanti questi tuoi articoli proprio per osservare una testimonianza in prima persona. Grazie!
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Certo, è davvero una questione personale e figlia di momenti specifici. Grazie a te per i minuti che passi a leggermi e a commentarmi.
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Io ho trovato la soluzione a tutto ciò: cambiare casa e lasciare tutto lì XD
Scherzi a parte, io mi trovo nella condizione di aver cambiato casa e non avere ancora i mobili dove accatastare le mie “cianfrusaglie” (che al momento sono parcheggiate comodamente nella cantina dei miei genitori, anime sante). Ma questo cambio lo userò proprio per fare una selezione di cosa entra in casa, cosa finisce in cantina e cosa dare via definitivamente.
Ci avevo provato tempo fa coi fumetti vendendo ciò che tenevo solo per collezionismo ma, come dici tu nel post, che non mi interessava veramente. E’ dura perché l’animo del completista è sempre lì in agguato, l’altro giorno cercavo un fumetto (ma giusto per vedere una cosa, non per leggerlo) e mi sono ricordato poi che lo avevo dato via. Il pensiero è subito stato “lo ricompro”, poi per fortuna svanito 😀
Hai fatto bene a parlarne in un posto perché noi “nerd” tendiamo ad accumulare cose ma, a meno che non si ha una casa di 3000 mq con stanze che si possono dedicare solo a libri, fumetti, videogiochi, film, action figures, ecc…bè fare una pulizia può solo fare bene!
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Le “cose” sono zavorra, inutile negarlo. Ma in alcuni casi – la mongolfiera per esempio – la zavorra può essere utile. L’importante è selezionare e il criterio – lo hai scritto – è quello della gioia e – aggiungo – del conforto e della sicurezza e delle emozioni che possono darti. Perciò nella mia eterna lotta con il tempo e lo spazio, ho deciso che le mie “zavorre” devono essere visibili, esposte al meglio, non per vanagloria, ma perché ti ricordano – come in un album di fotografie – la tua storia e contribuiscono un po’ più all’anelito di un traguardo che sembra spostarsi sempre un po’ più in là: la felicità. Perciò bravo ad avere deciso di esporre le “cose” che ti piacciono.
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