Prima di trovarmi qui di fronte al monitor del mio notebook con il cursore attivo sulla prima riga della pagina di nera di Word in versione cloud di office365 per dedicarmi a quello che ho deciso di scrivere, avevo già buttato giù tante parole. Un flusso di pensieri anarchico a cui faticavo a dar freno ma che tuttavia non erano concetti cotti abbastanza per dar seguito ad un post che avesse un minimo comun denominatore. Un tema, un focus, per quanto vasto o piccolo a piacere che mi riuscisse anche solo a dare un titolo al file da salvare.
Tutti quei pensieri godono di grande dignità ma non potevo scrivere un saggio dalle dimensioni di un libro per una semplice chiacchierata settimanale. Resto però ottimista perché è evidente che sento il bisogno anche solo narcisista di ritrovarmi qui periodicamente per lasciare una traccia di me in questo ritrovato blog.
Ho quindi tirato il freno a mano. Mi sono forzato di smettere, di uscire da questo brainstorming travolgente e ho messo da parte quel primo lavoro esplorativo a cui tornerò certamente per mettere ordine e preparare nuovi spunti di conversazione. Ho riavvolto il nastro e ho cercato un valido posto da cui ripartire. Ho cercato il mio Anno Uno senza la necessità come nei fumetti di procedere con ret-con più o meno ardite perché fortunatamente a differenza delle avventure dei super eroi, qui potete leggere solo la mia versione dei fatti senza i rimaneggiamenti di vari autori con diversi talenti e sensibilità.
C’è un “Johnny prima” e un “Johnny dopo” la lettura de “Il Pensiero Giapponese” scritto da Le Yen Mai e edito da Giunti Editore. Prima ero curioso, pieno di fumose e vaghe domande e soprattutto carente nelle risposte. Dopo la lettura di tutti i capitoli di questo libro, mi sono sentito meno solo e sono riuscito a dare una connotazione più precisa alle domande che da tempo mi attanagliano l’anima. Ora hanno quasi dei volti e un aspetto più familiare e meno angosciante.
Per vivere meglio è necessario migliorarsi ogni giorno a piccoli passi (kaizen) cercando il proprio scopo o posto nella vita (ikigai) restando però consapevoli anche della caducità e imperfezione di ogni singola cosa (Wabi sabi). Dalla nostra collezione di videogiochi che non sarà mai completa alla nostra stessa vita che non sarà mai esattamente come la vogliamo.
Nulla è eterno, ogni cosa è in qualche modo destinata a rimanere incompiuta e imprecisa; il wabi sabi ci aiuta a perdonare – e perdonarci – le imperfezioni del nostro agire, poiché è del tutto illusorio pretendere di avere il pieno controllo di tutto ciò che accade attorno a noi. Rassegnazione? Per nulla. È giusto insistere e impegnarsi, ma senza abbandonare l’indulgenza nei confronti nostri e degli altri. Attorno a questo sentimento ne ruotano quindi altri, per esempio il perdono, la tolleranza, l’accettazione.
Comprendere la nostra imperfezione non è uno sprone ad arrendersi e ad abbracciare la quiete della resa. Ogni giorno dobbiamo lottare per i nostri obiettivi di vita consci del fatto che potremmo scontrarci contro degli insuccessi anche indipendenti dalla nostra volontà e dobbiamo imparare a avere la forza di accettarli e andare oltre.
Nella mia nuova posizione lavorativa così come nella mia vita famigliare ho commesso alcuni errori, superati i cinque minuti dedicati all’imprecazioni più o meno pronunciabili, ho compreso quanto fosse più importante proseguire e dire a me stesso: “Ok ho sbagliato, la prossima volta proverò a non trovarmi di nuovo nella stessa situazione”. Magari scriverò con maggior attenzione una mail senza farmi prendere dall’ansia e dalla scarsa capacità di dire di no sul lavoro. Oppure spiegherò meglio il perché di un rimprovero detto a mia figlia. Si può sempre fare di più, o quello che già si fa si può sempre trovare il modo di farlo meglio.
Non chiuderò questo post scrivendo una frase del tipo “leggete Il Pensiero Giapponese, un libro che vi cambierà la vita” mi sentirei troppo uno di quei venditori che applicano senza ritegno quelle due regolette imparate ai corsi di vendite e irrispettosi del cliente. Tuttavia, se come me vi trovate in un punto cruciale della vostra vita e cercate una opportunità per riflettere e mettere a fuoco alcuni aspetti fondanti la nostra esistenza, questo libro può essere una grande occasione. Forse dopo questa lettura vi troverete un passo più vicini alla vostra felicità.
Tenete bene a mente che tutto quello che troverete scritto in questo libro è davvero tanto ovvio, lapalissiano eppure noi siamo accecati dalla nostra rincorsa affannata alla carriera o alla più rara carta dei Pokemon o a quella versione completa di scatola e manuali di Ocarina Of Time per Nintendo 64 da non saper ascoltare più i bisogni di noi stessi. Proprio per questo un invito a rallentare, un invito a perdonarsi e accettare quello che siamo e quello che si ha, non può che essere un dono che ha un sapore quasi miracoloso e di ciliegia come gli alberi in fiore a Kyoto.
“Il Pensiero Giapponese: Viaggio Nello Stile Di Vita Del Sol Levante” è disponibile a questo link.
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