[Fumetti] Dragonero Il Ribelle.

Io ho imparato ad amare il fumetto grazie alla Bonelli. Credo che in tanti della mia generazione, che forse hanno goduto in diretta dell’età d’oro di Dylan Dog piuttosto che di Nathan Never, siano comunque affezionati alla casa editrice milanese. Forse per varie motivazioni più o meno prevedibili la Bonelli è rimasta indietro per un certo periodo, (complice anche la crisi attuale delle edicole) rispetto alla velocità con cui il mondo dell’editoria del fumetto si stava evolvendo a livello internazionale e questo abbia fatto si che testate anche consolidate o nuove proposte venissero dimenticate in fretta dal lettore e poi chiuse dall’azienda stessa.

Tra le proposte nate in questo millennio Dragonero scritto da Stefano Vietti e Luca Enoch, sembra essere una delle più solide, almeno stando alle informazioni che si possono trovare sull’internet sia in termini di gradimento che vendite. Io ne sono sempre stato attratto, l’ambientazione fantasy e la somiglianza del protagonista a Geralt della serie di romanzi (ora anche serie tv) The Witcher mi hanno sempre incuriosito, il problema è stato che quando “ho scoperto” Dragonero con erano già arrivati quasi al numero cinquanta. Se si scartabella in questo blog ricco di cialtroneria, con buona probabilità si riesce anche a trovare un post dove parlo del numero uno comprato con appunto cinquanta numeri di ritardo e arrivo a conclusioni non troppo esaltanti. Probabilmente ho cercato di autoconvincermi a non comprare tutti i numeri che mi mancavano.

L’esperimento riuscì. Non ho più comprato un Dragonero, neppure i cartonati da libreria che raccontavano storie autoconclusive indipendenti.

Pochi mesi fa però, si è consumato il dramma di cui oggi vi sto scrivendo, scopro che Dragonero avrà una specie di reboot, un nuovo inizio, un modo per portare dentro nuovi lettori. Ne parlai con la mia fumetteria di fiducia che mi disse che non era chiaro ancora se la numerazione degli albi sarebbe ripartita da uno. Io essendo malato di un disturbo ossessivo compulsivo non avrei mai sopportato di avere in libreria una collezione di fumetti che partisse dal numero xx. Inaccettabile. Così me ne dimentico di nuovo, pericolo scampato.

“Traditore? Non io….NON IO! IAN FIGLIO DI ARAN! Questo è il mio nome! Prima mercenario fra i Senzanima, poi ufficiale imperiale, infine scout! Ho combattuto i nemici dell’impero per anni…prima che l’Impero tradisse il suo popolo”

Di recente sono tornato sul sito Bonelli alla ricerca di qualche novità e “sbem” scopro che in realtà Dragonero ha ricominciato la numerazione. Non nascondo un certo attacco isterico, spasmi e compulsioni: “Deve essere mio, prima che sia tardi e arrivino ad un numero troppo alto per il quale desista subito di comprare gli altri”.

L’altro giorno passo dal mio spacciatore di fumetti e tac mi porto a casa il primo numero in edizione variant bla bla bla di Dragonero Il Ribelle. L’ho letto la sera e stessa e sono qui dunque a parlarne.

Io non so quale fosse la qualità di con cui venissero raccontate sia in termini di sceneggiatura che visivi dei precedenti albi di Dragonero. Un recente articolo di Fumettologica ne esalta i contenuti ad esempio. Ma vi posso dire con una discreta dose di oggettività che questo primo albo di Dragonero Il Ribelle è un ottimo esempio di come si fa un albo di introduzione, un albo gateway, un albo per acchiappare nuovi lettori.

Ecco da un punto di vista tecnico credo sia un albo davvero valido, certo non farà gridare di gioia tutti i lettori abituali ma per tutti gli altri non fa sentire la mancanza dei precedenti albi.

L’articolo di Fumettologica che a questo punto vi metto qui, ha usato paroloni molti forti per elogiare le qualità di questo fumetto ed io non ho gli strumenti e le conoscenze per smentire o confermare quanto dichiarato, però su una cosa sono discretamente certo da un punto di vista visivo, di impaginazione e costruzione delle sequenze è veramente qualcosa che mi ha lasciato senza parole.

è evidente come la Bonelli stia cercando di evolversi in tanti settori dal linguaggio al il disegno, o  alla griglia di un tempo con cui veniva costruita ogni scena ogni sequenza sembra un lontano ricordo. Mi pare di capire che oggi essa venga utilizzata solo dove necessario. Un analogo discorso lo si può anche fare per il criticato Dylan Dog di Recchioniana gestione, che è bistrattato più per il suo curatore che per il resto. Sto sfogliando appunto il numero 400 dell’indagatore dell’incubo per capire come tutto quanto si stia evolvendo ritrovando al netto del colore una forma di comunicazione visiva molto più moderna.

Tornando in tema in verità non ho particolari frasi da aggiungere se non che sono contento di poter leggere Dragonero Il Ribelle perché questa introduzione mi è semplicemente piaciuta e alle volte basta anche se ci tengo a scrivere che seppur tante cose siano state appena accennate, sfiorate, si percepisce che c’è della sostanza in questi contenuti, si sente che il mondo è vivo e che i personaggi hanno un loro senso di esistere e non si limitano ad essere l’eroe, il cattivo e i vari comprimari.

Forse tra qualche numero tornerò a scrivere di Dragonero, forse ne parlerò ad ogni uscita, forse mi sono davvero appassionato in poche pagine a questi personaggi. Forse è la volta buona che mi recupero gli ottanta numeri passati?

Mia moglie spera sicuramente di no.

star-wars-your-empire-needs-you

E voi invece, leggete Dragonero? Vi piace oppure no?

Colonna Sonora Consigliata: Black Night. Deep Purple.

Ebbene cari ospiti di questa webbettola la chiaccherata di oggi è giunta a termine. Vi si ricorda che stelline e commenti sono la benzina e l’unica moneta che vi verrà richiesta per partecipare a questo gioviale convitto.

Inoltre se siete fan dei socialcosi potete trovare il Cornerhouse su:

6 commenti

  1. Eh sì, infine tutti abbiamo scoperto che si trattava (quasi) di un vero e proprio reboot (come buon punto di inizio per nuovi lettori). Se ti chiedi ancora se è un valido acquisto, quello dei precedenti numeri, e chiedi consiglio, noi proponiamo la nostra e diciamo di sì: in pratica ora ti ritroverai a leggere di un antagonista che usurpato il trono dell’Impero e non saprai nemmeno come, questo colpo di scena clamoroso ci ha lasciati di stucco.
    Chi poteva immaginare Leario come nemico numero uno di Dragonero?
    Vedere Ausofer, sospettare di lui, avere dubbi sulla sua lealtà.
    E’ stato interessante vedere nascere la saga delle Regine Nere in questi 80 numeri anche se in realtà la saga vera e propria è iniziata dal numero 56 ed è finita con il numero 63.
    Immagino però che questa “nuova serie” di Dragonero sia pensata per essere letta anche senza conoscere i precedenti numeri (altrimenti che mossa “acchiappanuovilettori” è?), ma sai, come ho già detto, io, avendo letto anche i numeri precedenti, trovo più un senso di completezza in tutta la serie in questo modo.

    – Mic

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