Buon lunedì virtuosi e eccellenti frequentatori abituali (e non) di questa italica webbettola, il vostro umile oste anche oggi vi invita a servirvi dei contenuti di questa sgrammaticata pagina al fine di sollazzarvi lo spirito tutto.
Il post odierno è carico di giubilo e passione perché il tema che tratteremo, come avrete certamente intuito dal titolo del qui presente insieme di parole, è incentrato su un libro (diventato poi film, che vedrai a breve nella speranza che il mediamondo faccia il consueto sconto del 50% su tutti i film) che è un tripudio, una orgasmica festa, una vetta celebrativa di tutta la cultura Pop che ha infestato e reso felice allo stesso tempo la tua fanciullezza vissuta a cavallo degli anni ‘80 e ‘90. Siore e siori ecchive la recensione (per nulla di parte) di Ready Player One.
Uscire di casa è un abitudine sopravvalutata..
– Almanacco Di Anorak
La pagina di Wikipedia di Ernest Cline, l’autore del libro, è molto scarna. Sceneggiatore e scrittore classe 1972. Si legge che nel 2010 pubblica il suo libro Ready Player One di cui poi ha venduto in breve tempo i diritti alla Warner Bros per farne un film con lui come sceneggiatore (la regia sarà poi affidata al migliore ossia Steven Spielberg) e poi altro.
Cline ha anche un blog che non aggiorna praticamente più e curiosando si evince con naturalezza di come lo si possa davvero considerare “uno di noi”.
Come hai scritto nella tua audace e frivola introduzione Ready Player One, sprizza passione e competenza da ogni pagina, ogni capitolo, ogni scena è un omaggio a quello che probabilmente è il più grande amore dell’autore: la cultura Pop. Per ogni citazione che hai scoperto (e probabilmente non le hai neanche colte tutte) ti ha sorriso il cuore. Ready Player One è scritto evidentemente dal profeta di una generazione di Loser che prima si nascondevano per giocare ai videogiochi e che oggi sono invece sono la moda. Nerd (o geek) is the new black. Daje rega!
Il pregio di Ready Player One non è solo essere una treno in corsa carico di citazioni ruffiane perché esse sono scritte bene (e tradotte bene) e usate nel modo giusto e rappresentano il sogno ormai non troppo celato di quelli come lui e come te che finalmente potete uscire fieri di casa con indossa la maglietta del vostro super eroe preferito anche se avete quarant’anni.
L’impressione che hai avuto (ti tocca leggere Armanda, il suo secondo libro per averne conferma) è che Ernest Cline a differenza di tanti “nerd” che in qualche modo arrivano a scrivere un libro, sappia scrivere per davvero. Siamo di fronte ad romanzo (aldilà del tema) che funziona che non ha particolari cali di ritmo (e son più di 400 pagine) in cui i personaggi sono ben descritti (più i protagonisti però, rispetto al villain Sorrento). Un avventura Sci-fi? Fantasy? Entrambe? che gira ottimamente e che non è la solita sceneggiatura “scritta in bella” come i libri best seller sul genere Dan Brown. Per carità son libri che leggi sempre con piacere ma non è che ci sia tutta questa qualità letteraria.
é chiaro no? Questo libro ti è piaciuto tantissimo. Già lo ami. Già è per te un manifesto della tua ignoranza Pop, perché se pensavi di essere un esperto, beh, no c’è che ne sa molto più di te. Bisogna studiare, accidenti! Ready Player One entra quindi, di diritto nella tua personale Top 5 dei tuoi libri preferiti di sempre e si piazza in seconda posizione subito sotto alla Compagnia Dell’Anello (Badate bene, non il Signore Degli Anelli) andando davanti alla Guida Intergalattica. Sorry Douglas.
In molti ti hanno già detto senza spoilerarti troppo che il film è diverso, cita molte cose diverse e soprattutto cambia le scene di ritrovamento delle chiavi. Nel libro la tua preferita è la prima chiave davvero un momento epico, il quale per bacco, ah non si può. Niente spoiler, leggetevi il libro o chiaccheriamone nei commenti se volete. Ma wow che meraviglia! Lo ammetti se in altre situazioni il no spoiler è d’obbligo, qui per dindirindina le dita di prudono perché dai, succedono certe cose che uff, che fatica non potervi scrivere nulla.
Sei davvero felice di aver letto questo libro, se ne avessi la possibilità lo regaleresti a tutti gli abituali amici di questo blog perchè, hey ne davvero la pena!
Ho creato Oasis perché non sentivo di avere un posto nel mondo reale. Lì non sapevo come creare un legame con le persone. Ho avuto paura per tutta la vita. Fino al momento in cui ho saputo che stava finendo. Solo a quel punto ho compreso che, per quanto terrificante e dolorosa possa essere la realtà, è l’unico posto in cui trovare la vera felicità. Perché la realtà è reale.
Ebbene cari ospiti di questa webbettola la chiaccherata di oggi è giunta a termine. Vi si ricorda che stelline e commenti sono la benzina e l’unica moneta che vi verrà richiesta per partecipare a questo gioviale convitto.
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