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Bentrovati ragassuoli, il Cornerhouse, la vostra webbettola malfamata e mal scritta di fiducia vi da il benvenuto e vi invita a leggere un post dedicato ai giochi da tavolo che è tanto che non scriviamo due fregnacce a tal proposito.

Oggi racconti ai tuoi commensali e mastri bevitori di un gioco antico, ma antico, antico antico di cui la versione che hai messo in foto è quella che il tuo testimone di nozze di ha creato con le sue manine, come regalo per il tuo prossimo compleanno che arriverà a giorni.  Il gioco è Il Gioco Reale di Ur.

Pronti Noi Vi Za

Il Gioco Reale di UR si riferisce ad un gioco il cui tabellone è stato ritrovato nelle tombe di Ur che collocano questo gioco a circa 2500 anni prima di Cristo. è considerato, per tanto, uno dei più antichi giochi del mondo conosciuti ed insieme al Senet è chiaramente uno degli ispiratori per il backgammon.

Il Gioco Reale di Ur si è diffuso per buona parte del medio oriente, sono stati ritrovati anche tavole  in Iran, Siria, Egitto, Libano, Sri Lanka, Cipro e Creta. Oggi l’originale tavola è contenuta al British Museum.

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Dato che non sono mai stati ritrovate le regole “ufficiali” non è possibile ricostruire esattamente le meccaniche di gioco. Lo studioso Irving Finkel, studiando delle tavole datate circa duecento anni prima prima di Cristo, lo ha definito come un gioco di percorso e azzardo in cui ogni giocatore deve far entrare le sue pedine in una casella della sua zona di entrata e farle arrivare alla sua zona d’uscita. Il movimento è determinato dai dadi tetraedrici che possono assumere solo due valori, diciamo o bianco o nero (ci sono due facce bianche e due nere). Le pedine dei giocatori non possono occupare caselle già impegnate da altre pedine e se terminano il movimento in una casella occupata da una pedina avversaria la potranno mangiare sostituendo quella pedina con la propria.

La pedina mangiata dovrà essere rimessa nella riserva del giocatore proprietario che dovrà ricominciare il cammino di quella pedina. Il giocatore che per primo riuscirà a portare fuori tutte le sue pedine è il vincitore.

Secondo come ha riportato Finkel nel suo libro “On the Rules for the Royal Game of Ur” è possibile che il gruppo di pedine venisse chiamato Branco di Cani e per tanto il gioco potrebbe rappresentare “la corsa di due branchi di Cani”.

Hai provato il Gioco Reale di Ur per due partite e devi ammettere che un po’ per la gioia del regalo, un po’ perché giocavi con il tuo amicone alla fine ti è piaciuto. La sfiga ai dadi è un elemento che ha un peso ma l’aspetto tattico si sente. è impossibile fare piani a lungo termine ma decidere come impostare l’ingresso delle pedine, piuttosto che darsi all’attacco di quelle avversarie, piuttosto che darsi alla fuga con le proprie, hanno un suo peso certamente rilevante per il proseguo della partita. Entrambe le partite sono durate circa una mezz’oretta rendendo l’esperienza accettabile e anche avvincente.

Chiaramente oggi ci sono tantissimi giochi che hanno evoluto il concetto di giochi di percorso arricchendo un regolamento oltremodo banale con tante sfaccettature divertenti si passa dal fantasy di Talisman, ai giochi di corse e scommesse come Camel Up o alle corse automobilistiche più o meno simulate come Formula D o Rush and Bash.

Quello che ti ha davvero colpito è pensare che quattromila anni fa, si avete letto bene, quattromila, quattro zero zero zero, i sumeri (in questo caso) ma più in generale gli uomini avessero già inventato dei giochi così strutturati. D’altronde siamo abituati a pensare ai pochi ma maestosi monumenti che ci sono rimasti da ammirare e salvaguardare come le Piramidi in Egitto o la incredibile Petra che spesso alcuni aspetti cosi interessanti come “ma che facevano nel tempo libero?” vengono trascurati.

Invece, ma guarda un po’, anche loro avevano capito quando il gioco da tavolo fosse una pratica così importante da considerare di metterlo nelle proprie tombe.

4 risposte a “Il Gioco Reale di Ur”

  1. Anche loro avevano un CornerHouse! 😉

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  2. Esisterà qualche disciplina di studio tipo la “paleoludica”? A parte la mia scarsa capacità nel costruire parole credibili, dovrebbe esistere!

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  3. Grazie per la lezione di storia ludica 😉

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    1. Una volta all’anno fingo di avere un blog serio!

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