Ragassuoli come da tradizione degli ultimi film visti al cinematografo di quartiere, dopo aver pubblicato un post dedicato alle curiosità di questa serie tv piratesca ehm sorry (che potete ancora trovare qui) ecco la recensione senza zucchero e senza spoiler di Pirati Dei Caraibi 5 La Vendetta di Salazar.
Come hai scritto nel post precedente, sei particolarmente legato al primo di questi film. La Maledizione della Prima Luna fu davvero un fulmine al ciel sereno tra i film cazzarelloni d’avventura quando usci nel ormai lontano 2003. Oggi a quattordici anni da quel dì e ben sei anni dopo il quarto episodio, Jerry Bruckheimer e la Disney hanno sentito la necessità di riproporci una nuova storia delle buzzurre avventure dell’impavido cretino Jack Sparrow, saranno riusciti a darci un prodotto di un certo livello?
Pronti Noi Zi Va.
La vendetta di Salazar (in orginale Dead Man Tell No Tales titolo decisamente meglio) è ambientato almeno dieci anni dopo il finale del terzo episodio e vede come protagonisti, oltre all’indispensabile Jack Sparrow, un’inedita coppia di pischelli: Henry Turner il figlio di Will Turner (Orlandino Bloom) ancora intrappolato nell’olandese volante e la signorina Carina Smyth un’emergente Galileo Galilei de noantri, andare alla ricerca di un potente artefatto marino (Il tridente di Aquaman ehm Poseidone) per cercare di fermare una potente maledizione e il terribile macellaio del mare lo spagnolo Salazar. Fine Stop, trama finita. No davvero, vi aspettavate di più?
I due nuovi eroici pischelli non sono altro che Will Turner e Elizabeth Swann riproposti con due facce diverse. Ma se Herry (Brenton Thwaites) è davvero una copia meno cool del padre, Carina, invece è il personaggio caratterizzato meglio di tutto il film perchè un personaggio scettico e di scienza infilato in un contesto altamente fantasy è una trovata azzeccata. Si ecco, La Vendetta Di Salazar è un film fortemente fantasy con elementi magici e sopranaturali che spuntano in ogni scena, (a te è piaciuta tutto sommato l’ambientazione) che fa sicuramente a botte con le origini ma che ha la sua ragion d’essere nel cercare di affascinare e catturare l’attenzione dello spettatore per tenerlo sulla sedia per due ore, cosa che alla fine più o meno riesce, dai.
Salazar (Javier Bardem) è un buon villanzone che però rimane incatenato nei clichè che la serie ha già introdotto risultando alla fine un po’ anestetizzato la classica frase “abbiamo un accordo” è riproposta alla noia. Salazar, aveva un gran potenziale e con il senno del poi alcuni sue decisioni sono palesemente al servizio della trama per raggiungere il climax finale. Insomma il classico Might have been (“si io ti avrei ucciso ma se lo faccio lo sceneggiatore mi rimane incastrato e poi se la prende con me ed io l’unica cosa che temo è lo sceneggiatore incazzato. Metti che mi fa fare cose di cui vergognarmi del tipo ballerai indossando un tutù con la mucca della milka”).
E da qui in poi che arrivano i problemi e cerchiamo di andare con ordine. La Vendetta di Salazar è il reboot della serie, il tentativo di svecchiarla, di chiudere certe trame per aprirne delle altre per creare quello che la Disney ha voluto fare con Star Wars Ep VII dandoci una nuova coppia di eroi. Il problema però che accidenti e diomannaggia, alcune cose che succedono le fanno davvero con lo stampino “rivelazione di una cosa” segue necessariamente “questa cosa” eh mo abbasta te sei stufato. Solo per questo vorresti salutare tutti e dire è la solita solfa ma questa volta con i pirati, eddai su nun se po‘. Per non parlare del primo tempo che è il primo tempo del primo Pirati Dei Caraibi. Uguale Uguale uguale! Ahrrrrr!
Operazione nostalgia, dunque che cancella ogni legame con il quarto (e forse peggiore della serie) film al posto di tentare di una strada inesplorata punta a navigare in un comodo mare già conosciuto, andando alla scoperta di alcune schegge del passato di alcuni dei protagonisti. Può andarvi bene o no decidetelo voi sulla scala da 0 a occhi ripieni di bruschette per ogni film della tua gioventudine, funziona? beh alle volte si.
A tutto questo, però, si aggiunge una regia che ha fatto il solo il suo compitino, una fotografia inesistente anfatte non ricordi una sola scena che ti abbia fatto dire ma uaouauao (almeno Covenant da quel punto di vista è stato impeccabile) e una colonna sonora che ricciccia i soliti due tre brani e te li propone in ogni scena d’azione come ha dire ricordati questo è sempre La maledizione della prima luna che tanto hai amato.
Quel che ci resta tra le mani dopo due ore di film è il classico blockbuster che andrà bene al botteghino (è già in programmazione il sesto) che soprattutto nel primo tempo farà ridere parecchio con una comicità classica quasi retrò in cui in certi momenti paragonavi Jack a Scrat ne L’era Glaciale e che infine ci terrà compagnia per due ore senza pretese e cariche di pure intrattenimento. Il punto è che gli episodi successivi dovranno fare un passetto in avanti altrimenti la barca affonderà nel burrascoso mare della ripetitività e dello scontato.
Per cui, non si può definire un film una cazzarellonata pazzesca in via dispregiativa se poi in definitiva è quello proprio che vuol e desidera essere.
Giusto una nota in chiusura. Non ha ancora deciso se Kaya Scodellaro (Carina Smyth) sia una gran figliola ma è fuor di dubbio che questi corsetti sono davvero muy secsi Ahrrrr!
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