Al Pacino è stato per stato per lungo tempo il tuo attore preferito. C’è stato tutto un periodo della tua dove quando c’era da proporre un film i tuoi titoli avevano sempre lui come attore protagonista da Heat a Insider da Scarface a Insomnia. A casa (dei tuoi) possiedi una bellissima edizione da collezione della trilogia del Padrino con la scatola tutta in velluto davvero meravigliosa mentre nella tua libreria Ikea i film di Al Pacino sono ben organizzati uno in fila all’altro. Non li hai tutti tutti, ma diciamo che il più è fatto. Hai anche un film che si intitola Papà sei una frana dove Pacino è un padre separato con un sacco di figli e che deve riconquistare la sua ex moglie. Ecco se ti manca un film e questa mancanza andrebbe colmata è Profumo di Donna.
Tanto per dare un idea di quanto preferissi lui a qualsiasi altro gangster basti pensare che mentre tutti giocavano a GTA 3 e 4 tu ti sollazzavi con il videogioco del Padrino e quello di Scarface.
Pronti Noi Zi Va (che in orkesco suona più o meno come che te lo dico a fare)
Nel 1997 diretto da Mike Newell (Prince Of Persia, Harry Potter e il calice di fuoco, insomma qualcuno che fin’ora non è andato oltre il decente) esce Donnie Brasco, film drammatico basato su una storia vera interpretato da Al Pacino nel ruolo di Lefty Ruggero e Johnny Depp nel ruolo dell’infiltrato Donnie Brasco. La trama è più o meno questa (citazione di wikipedia):
Donnie (il gioielliere) riesce a conquistare la fiducia e l’amicizia di Lefty Ruggiero, un “soldato” mai riuscito ad arrivare ai vertici del comando della famiglia Bonanno. Donnie segue fedelmente i consigli di Lefty, che a sua volta s’affeziona al giovane come a un figlio e vede in lui la possibilità di riacquistare prestigio nella scalata alla gerarchia mafiosa. Col tempo Donnie scopre la verità dietro l’omicidio Galante e assiste a quello di “Sonny Red” Indelicato, incontra Santo Trafficante Jr. e scopre i metodi di traffico di stupefacenti della Famiglia.
Mettendo a rischio la propria reputazione, Lefty garantisce per Donnie e lo fa affiliare alla mafia. Nel momento in cui Donnie si avvicina ai vertici del comando di Cosa nostra capisce non solo di attraversare la linea di demarcazione tra legalità e crimine ma soprattutto di firmare la condanna a morte per Lefty.
Il film risulta davvero interessante proprio per via del percorso che Donnie intraprende all’interno della malavita passando da simbolo della moralità (come lui stesso si definisce) fino a diventare Uno di Loro. Un assassino, uno spacciatore, uno che picchia la propria donna.
Considerando gli altri film che hai citato, in questa produzione Mike Newell forse raggiunge l’apice della sua carriera di regista, descrivendo una mafia da un punto di vista diverso: Non il solito punto di vista del eroe tragico di Coppola, di Scorsese o di De Palma. Complice anche una solida sceneggiatura di Paul Attanasio ne esce fuori un film che navigando a vista sul confine tra volgarità e violenza racconta una storia che gioca con i sentimenti (in un film ben riuscito non potrebbe essere altrimenti) di amici e amore in cui i due protagonisti alla fine conquistano.
Pure il finale che vede le strade dei due dividersi è davvero struggente (no tranquilli niente spolier) ma fa capire in entrambi i casi quanto poco ci sia rispetto per la vita in entrambi i mondi sia come è facile aspettarselo da parte della malavita sia da parte del FBI.
La celebre frase “Ma che Te lo Dico a fare” che è stata tradotta dall’inglese Forget About It che suona un po’ come “lascia stare” ed è stata inserita tra le 100 citazioni più importanti del cinema americano. Non hai idea se la frase ha davvero origini italiche magari campane o sicule o invece è uno Slang americano adattato in maniera molto fortunosa in italiano. Certo che oggi la frase è comunque molto usata anche nella nostra lingua.
Era parecchio che non ti guardavi questo film e devi ammettere che te lo sei visto molto volentieri sia Al Pacino che interpreta in maniera egregia non una mafioso di quelli dominanti ma piuttosto un subordinato ribaltando lo stereotipo che di solito si ha dei suoi personaggi, sia Johnny Depp che fa un grande lavoro nel percorso di imbruttimento morale di Donnie valgono per promuovere il film, che magari non è nella top 3 dei film di Al Pacino ma merita comunque di essere visto.
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Cià!
È un film davvero molto bello. Pacino sa fare la parte del patetico egregiamente, cosí come Depp riesce a scendere sempre piú in basso.
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Gran bel film! Ripeto, gran bel film!
Un incontro tra Al Pacino e Johnny Depp è stata dapprima solo una curiosità, poi una piacevole sorpresa.
Devo dire però che la penso come te: ritengo Al uno dei migliori attori di tutti i tempi e amo tutti i suoi film, così come amo le sue espressioni energiche e il carisma del suo doppiatore ufficiale, Giancarlo Giannini, senza il quale sarebbe difficile rendere l’enfasi e l’emozione che l’attore riversa nella pellicola in film come quello grandioso, epico de L’Avvocato del Diavolo.
Tornando al film, è molto intrigante e divertente, ma anche emozionante e drammatico. Ogni tanto lo rivedo, anche se meno di altri film con gli stessi attori.
Arriviamo quindi a Johnny, sul quale non dico molto perché, effettivamente, qui non supera la sua media. Però era piuttosto giovane all’epoca e doveva ancora ergersi al divo cinematografico che oggi è, amato da tutti e da tutte; merita quindi un occhio di riguardo.
Concludo complimentandomi per la tua collezione di film, davvero notevole!
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Ma no dai 😀 , la mia collezione è davvero minima. Ho purtroppo tante versioni “non ufficiali” e pochissime di quelle belle da collezione. La cosa che più mi frega è che mi piacerebbe collezionare ventordici mile cose diverse come i film, i vinili, i fumetti o i videogiochi e non concentrandomi su niente ho un po’ di qui e un po’ di la. 😀
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